Monte Rudo
Alpi/Gruppo: Dolomiti
Provincia:Bolzano
Punto di partenza:Parcheggio presso Ex Forte
Dislivello di salita: m. 1350 circa
Tempo di salita: h 4 totale: h 8
Punti di appoggio:
Tipo di percorso: Tracce
Attrezzatura: Eventuali Caschetto e Corda
Valutazione: ♦ ♦ ♦ ♦ ♦
Cartografia: TABACCO N. 10 – 1:25000
Data della salita: 24/08/2017
Link:
Note:
24 maggio 1915 quando due spari della batteria austriaca posta sul Teston di Monte Rudo fecero capire ai nostri Alpini, intenti a rafforzare le posizioni sull’altopiano delle 3 Cime, che erano iniziate le ostilità, un terzo colpo caricato a shrapnel colpiva a morte 2 Alpini
L’idea di oggi è quella di salire sul Teston di Monte Rudo, parcheggiamo quindi presso i resti del forte e seguiamo il vecchio sentiero, che con numerosi tornanti, ci porterà ai resti della teleferica, da qui il sentiero si fa più impegnativo, si sale seguendo ometti per gradoni e lunghi traversi con sfasciumi, dove accorre aver piede sicuro. Ai primi resti di caverne e postazioni, la vista verso il gruppo del Cristallo è eccezionale e con un ultimo sforzo siamo in forcella; qui il panorama sulle tre cime è uno dei più belli, i resti delle casermette rendono il posto molto suggestivo, ci fermiamo vicino all’osservatorio per fare il punto e parlando con Maurizio che è salito con due amici ci dice che vuole fare l’attraversata e scendere per la val Rienza da lui già fatta diverse volte, quale miglior occasione……. Il percorso, dalla nostra posizione, è evidente in molti punti mentre in altri sparisce specialmente nei tratti dove scendono i ghiaioni, valuteremo lungo il percorso la fattibilità, ma solo l’dea di raggiungere l’osservatorio posto sull’avancorpo del Rudo ci fa avanzare motivati. Il percorso in qualche punto è interrotto da profondi fossati provocati dall’acqua che ci obbligano a delle deviazioni; un ultimo pendio ripido e franoso, da affrontare in modo deciso, ci porta sui pendii erbosi e in breve alla forcella sotto l’avancorpo con un’ampia caverna. Una visita all’osservatorio è d’obbligo, si sale per ripido sentiero godendo di un panorama ancora più esteso, di una bellezza che ha pochi paragoni, quanta bellezza pari a tanta stupidità umana. Ridiscesi alla forcella continuiamo e raggiungiamo il punto attrezzato con una scala in alluminio che si rivela mal sicura e allora usiamo quella vecchia in legno facendo attenzione che non ne scivolino i piedi posti sopra a due piccoli appoggi, una vecchia staffa ci permette di usare la corda come sicura, lo spazio alla base della scala è esiguo ed esposto, un canalino con un grosso sasso rosso, che una volto mosso scivola e esplode in mille pezzi, è l’ultima difficoltà prima della trincea dove si trova il libro del sentiero. Seguo Maurizio che è sceso per verificare se si può proseguire …..mi dice che ci sono state delle frane e che secondo lui proseguire sarebbe un’ azzardo e che è meglio tornare indietro….peccato…..non mancava molto si sarebbe chiuso il cerchio…. l’escursione perfetta.
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