domenica 15 novembre 2015

Val Carazzagno "Fumegai"

Val Carazzagno "Fumegai"

 
Località/Quota Partenza: Arsiè “La Rocca” m. 283 
Località/Quota Arrivo:Casoni Cornari m. 970 
Dislivello in salita:m. 700 circa 
Cartografia: Tabacco 51 
Sentieri CAI: 7 
 Note:Prendo a prestito le belle parole del sito Magico veneto: Carazzagno, una valle dimenticata e abbandonata, aggrappata sulle alte sponde del Lago del Corlo, nasconde tesori della natura e contrade morte, dove la struggente tristezza e la nostalgia del tempo e del mondo perduto trafiggono il cuore. Un gruppo di case abbandonate da decenni, la vegetazione che cerca di riappropriarsi di quei poveri spazi, un erboso sentierino che non percorre mai nessuno e la tristezza che ti sale lenta, ma sempre più profonda e stringente. E’ un tuffo nella storia di fine ottocento e del primo novecento, fatta di pellagra e miseria, di lavoro gramo e menti annebbiate dal vino e dal fumo, ed anche di menti allenate all’ intelligenza sopraffina necessaria per la dura sopravvivenza. Da qui partirono i giovani che emigrarono nelle Americhe e fecero fortuna con l’intelligenza ed il tanto lavoro, qui restarono solo pochi vecchi e poi non restò più nessuno. Improponibile la nostra cività in un luogo così inaccessibile e fuori del mondo. Qui si sopravviveva in simbiosi con gli animali domestici, le mucche, le capre, i maiali e le galline. Ovviamente, ad aumentarne l’isolamento, non esisteva il ponte sospeso su corde ed il lago artificiale, opere del secondo dopoguerra. La contrada più vicina è Forzeleta, ora affacciata sul lago di Corlo. Un posto come questo ha la fortuna di essere rimasto intatto, anche se molto malconcio, e può restituirci l’emozione di toccare con mano quelle che sono le nostre radici autentiche e più profonde di essere veneti. Molte di queste contrade sorsero durante l’infuriare delle invasioni barbariche, chi si rifugiò in laguna, chi cercò scampo tra queste lande sperdute ed inaccessibili. E tra questi anfratti miseri di risorse e difficili per la sopravvivenza, sbocciò una civiltà che durò oltre un millennio. E’ la nostra storia più autentica questa. Quando te ne vai da una contrada come questa l’unica sensazione che ti rimane dentro è il sentirti un povero orfano della tua storia e delle tue radici.